La musica ecclesiastica bizantina trae la sua origine dalla musica greca antica e come sistema musicale si è formato e sviluppato nel bacino del Mediterraneo orientale durante i primi secoli cristiani, quando vi dominavano la lingua, la musica e l’arte greca in generale. La musica bizantina è la musica dell’Impero bizantino, composta esclusivamente da testi greci mentre il suo inizio risale al IV secolo d.C., poco dopo il trasferimento della capitale dell’Impero Romano a Costantinopoli da parte di Costantino il Grande. La musica bizantina sopravvissuta è interamente ecclesiastica, ad eccezione di alcuni inni imperiali, che pure essi si caratterizzano da elementi religiosi.
Antologia, manoscritto di musica bizantina. Monastero Iviron, Monte Athos-1670-I Tesori del Monte Athos, Salonicco 1997
Gli storici greci e stranieri concordano sul fatto che le melodie, i suoni ecclesiastici e l’intero sistema della musica bizantina in generale, sono strettamente connessi con l’antico sistema musicale greco. Pitagora viene tradizionalmente considerato come il fondatore del genere musicale, che in seguito si è evoluto nella musica bizantina. Questo è vero fino a un certo punto dal momento che Pitagora ne ha contribuito piuttosto per quanto riguarda la parte teorica: fu il primo a collegare la musica con la matematica e ad innovare tramite lo studio dell’acustica. Inoltre, creò i ‘’suoni’’ e fece corrispondere le loro proporzioni alle note. Questo ha creato le scale, che sono la base della forma cosidetta Octoechos, cioè il centro della teoria musicale bizantina. Il canto bizantino, scritto nella lingua greca, era monodico, a ritmo libero e spesso cercava di rappresentare melodicamente il significato delle parole.
La scala musicale di Pitagora-Wikipedia
Il primo a dare forma alla musica sacra, in un sistema completo di scrittura e scale – suoni, fu San Giovanni di Damasco nell’VIII secolo. Da allora, la musica sacra si è evoluta parallelamente all’innologia e alle esigenze liturgiche della Chiesa Ortodossa. Sostanzialmente, il canto liturgico bizantino nacque in consustanzialità con il culto ortodosso, si è sviluppato con esso e attraverso la chiesa si è evoluto. Ha raggiunto la piena prosperità durante i secoli d’oro dell’Impero bizantino ed è stata una componente chiave della civiltà bizantina. In effeti, non ha smesso di evolversi anche dopo la caduta di Costantinopoli.
Giovanni di Damasco, eccezionale teologo, scrittore e innografo. Michael Anagnostou Chomatzas-Wikimedia
La continuità della musica bizantina nel corso dei secoli è stata preservata grazie alla sua lunga e ininterrotta tradizione orale e scritta. Per “tradizione scritta” si intendono (a) gli oltre 7.500 manoscritti musicali che sono sopravvissuti dal 950 d.C. circa, (b) i trattati teorici bizantini e post-bizantini, e (c) le centinaia di pubblicazioni stampate di opere ecclesiastiche, a partire dalla pubblicazione nel 1820 dell’Anastasimatarion di Pietro il Peloponnesiaco. In particolare, la tradizione orale per preservare la musica bizantina ha exercitato un ruolo di importanza fondamental: per centinaia di anni prima e anche dopo l’istituzione del sistema di notazione, la trasmissione della musica ecclesiastica è stata ottenuta attraverso le liturgie dal vivo e una formazione sistematica rappresentanta dal rapporto maestro-studente.
Santo Ioannis Koukouzelis. Grande innografo della Chiesa Ortodossa-Wikimedia
La musica bizantina, come suono, si distingue da quella europea principalmente perché è stata creata e sviluppata per soddisfare le esigenze delle parole -di ‘’logos’’- investendole di musica. Non intende accompagnare la parola (per delizia dell’udito), ma vuole accentuarla. Per questo motivo, si è imposta e si è diffusa nel corso dei secoli, come musica fonetica e canto corale, per far in modo che, attraverso questa ” ispirazione sacra”, emergesse la parola di Dio, nel modo migliore. Al contrario, la musica europea è dominata dal elemento musicale e viene investita di versi. In secondo luogo, si differenzia per le scale dei Greci e per altre particolarità culturali locali.
Papadiki’-manoscritto di musica bizantina, 1789-Monastero Ksiripotàmu,Monte Athos- Tesori del Monte Athos, Salonicco 1997
Parte della musica bizantina, sebbene successiva e con diverse influenze occidentali, principalmente dal 1204 in poi, può essere considerata come parte della tradizione delle canzoni popolari greche folkloristiche, le ”dimotikàì”. Le ultime si differenziano dalla musica sacra in quanto hanno una misura fissa, in modo che sia servito anche lo scopo della danza. Indubbiamente, la musica ecclesiastica bizantina che sopravvive fino ai nostri giorni ha influenzato sia la tradizione di musica popolare greca che le canzoni di rebetico. Grandi compositori greci come Mikis Theodorakis, Ghiannis Markopoulos, Stavros Xarchakos ecc. ammettono di essere stati influenzati dalla musica bizantina. Il famoso compositore Manos Chatzidakis sottolineava: ‘’che la canzone rebetiko è costruita sui ritmi bizantini, vi si osserva chiaramente l’influenza della linea melodica o meglio l’estensione del ’melos bizantino’. Tutto rivela la fonte, che altro non è che l’inno ecclesiastico rigoroso e lineare’’. Il grande scrittore Alexandros Papadiamantis caratterizzò quella bizantina come musica degli angeli evidenziando la sua unica semplicità e finezza che solamente le persone di tali caratteristiche potrebbero apprezzare.
Papadiki’-manoscritto di musica bizantina, 1767. Monastero Ksiripotàmu-Monte Athos. I Tesori del Monte Athos, Salonicco 1997
La musica bizantina ecclesiastica era iscritta nel 2019 (14.COM) nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità UNESCO. In quanto arte vivente che esiste da più di 2000 anni, il canto bizantino è una tradizione culturale significativa e un sistema musicale completo che fa parte delle tradizioni musicali comuni sviluppatesi nell’impero bizantino. Evidenziando e valorizzando musicalmente i testi liturgici della Chiesa greco-ortodossa, è indissolubilmente legato alla vita spirituale e al culto religioso.
Evangelistario bizantino-Wikipedia
Secondo il ragionamento della decisione, la musica bizantina – il canto liturgico- come arte tradizionale vivente in Grecia e Cipro, è uno dei beni culturali più importanti, che contribuisce dinamicamente all’autodeterminazione e alla conoscenza di sé dell’ellenismo contemporano. Collegata al patrimonio musicale della più ampia area del Mediterraneo e del Medio Oriente, l’iscrizione del canto bizantino nell’elenco Unesco aumenterebbe l’importanza di salvaguardare il patrimonio culturale immateriale di questa regione multiculturale, promuovendo la tolleranza e la comprensione tra persone di religioni e culture diverse.
Fonti:
- Wikipedia
- Hellenic Foundation for Culture: https://hfc-worldwide.org/blog/2014/11/15/byzantine-chant/
- Apostoliki diakonia della Chiesa di Grecia: http://www.apostoliki-diakonia.gr/index_it.asp
- Unesco-Byzantine chant. Cyprus and Greece. Inscribed in 2019 (14.COM) on the Representative List of the Intangible Cultural Heritage of Humanity: Decision of the Intergovernmental Committee: 14.COM 10.B.9: https://ich.unesco.org/en/decisions/14.COM/10.B.9
- Unesco: https://ich.unesco.org/en/RL/byzantine-chant-01508
- I tesori del Monte Athos, Santa Comunità del Monte Athos & Organismo di Capitale europea della cultura Thessaloniki, Thessaloniki 1997
Foto di copertina: Manoscritto musicale, 1433-David Redestinos, Monastero Pantrokratoros.Monte Athos- Wikimedia
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